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martedì 29 dicembre 2015

Abruzzo: la giunta nasconde il bilancio, M5S occupa i banchi (VIDEO)



Scatto di rabbia per il presidente D’Alfonso che durante la protesta pacifica del M5S reagisce spintonando l’unica donna in aula, Sara Marcozzi.
Il M5S sta occupando pacificamente i banchi della maggioranza per richiedere che prima di discutere il bilancio ed il DEF vengano consegnati i singoli capitoli di spesa, in modo da garantire la tutela dei contribuenti abruzzesi e la trasparenza sui conti di una Regione che è sempre più chiusa in se stessa privilegiando pochi elitari cittadini e lasciando nel baratro tutti gli altri. “La nostra protesta è pacifica un gesto così violento è sintomo di un Presidente che non ha più la lucidità e la capacità di governare. Non sa gestire le opposizioni come pretende di gestire la Regione?”. “Sono settimane che chiediamo i capitoli di spesa del Bilancio” continuano “non ce li hanno mai dati nonostante il nostro diritto ad averli. Oggi ci chiedono di votare e discutere documenti al buio, gli abruzzesi hanno il diritto di conoscere come sono stati spesi e come saranno spesi i loro soldi e noi vogliamo difendere questo diritto.

Il Presidente Luciano D'Alfonso perde le staffe e SPINTONA Sara Marcozzi durante la protesta pacifica del #M5S a tutela dei soldi degli abruzzesi. Guarda cosa fa all’unica donna in aula. #violenzaPD

Posted by Movimento 5 Stelle Abruzzo on Martedì 29 dicembre 2015

giovedì 13 novembre 2014

Enza Blundo (M5S) terremoto L’Aquila 309 volte VERGOGNA






#vergogna Sisma. 
L'Aquila sentenza ribaltata.
Sono intervenuta al Senato per tutti noi e soprattutto per Loro, che non sono stati tutelati da chi avrebbe dovuto svolgere con coscienza, professionalità e serietà il suo compito
Presidente Colleghi,
questo mio intervento di oggi si può sintetizzare in una sola parola: VERGOGNA.
Non c’è, infatti, vocabolo migliore per descrivere quanto accaduto ieri presso la Corte d’Appello dell’Aquila dove sono stati assolti 6 componenti su 7 di quella Commissione Grandi Rischi chiamata a L’Aquila dall’ex capo della protezione Civile Bertolaso per valutare e dare informazioni agli aquilani riguardo lo sciame sismico che da più di 4 mesi li costringeva a vivere con le valigie pronte accanto alle porte d’ingresso.
Bisognerebbe pronunciare la parola “vergogna” per 309 volte, tante quante sono state le vittime di quella tragica notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, quando L’Aquila è stata colpita da quel terremoto che nessuno potrà dimenticare.
Una sentenza in appello che si abbatte sugli aquilani e sui familiari delle vittime, capaci in questi anni di sopportare di tutto e di più: le meschine risate, le passerelle di molti politici, venuti in visita tra le nostre macerie, le numerose promesse, puntualmente non mantenute, i balconi caduti di case costruite in fretta e con materiali scadenti e senza adeguata manutenzione, le tangenti che hanno governato la pseudo ricostruzione post-terremoto, anche dei beni culturali ed ecclesiastici.
Ieri si è infranta anche la speranza di avere giustizia. In un processo che vedeva lo Stato imputato dallo stesso Stato, i componenti della Commissione Grandi Rischi, dopo essere stati condannati in primo grado per aver “erroneamente ed eccessivamente rassicurato la popolazione”, sono stati assolti in appello per non aver commesso il fatto. 
Una condanna, quella in primo grado, che non era contro la scienza, come invece in molti hanno fatto credere, bensì per aver affermato il falso scientifico secondo il quale le numerose scosse scaricavano energia ed avrebbero evitato la scossa forte. 
Un'affermazione che ha condizionato il comportamento degli aquilani. 
I commissari non hanno svolto un ruolo di scienziati, ma veramente strumentale e per questo sono e restano colpevoli.