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martedì 23 luglio 2019

Arrestato sindaco Lega nel Foggiano


Ai domiciliari con altri due, interdizione per altri 12



APRICENA (FOGGIA), 23 LUG - Il sindaco di Apricena, Antonio Potenza, esponente della Lega, è stato arrestato e posto ai domiciliari insieme con altre due persone nell'ambito di una indagine della procura di Foggia su presunte irregolarità nelle gare per l'aggiudicazione di commesse pubbliche. Gli altri due arrestati sono un altro amministratore pubblico e un imprenditore. L'ordinanza cautelare riguarda in tutto 15 persone: gli altri 12, tra pubblici ufficiali e professionisti, sono stati sottoposti a misure di natura interdittiva.


Le indagini, condotte dalla guardia di finanza, sarebbero partite dopo una denuncia su irregolarità nelle gare d'appalto nelle quali, secondo l'accusa, sarebbe stato favorito un imprenditore molto vicino al sindaco Potenza. Nel corso delle indagini sono stati accertati reati di natura fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di redditi. I militari avrebbero anche accertato un episodio di concussione.

(Fonte: ANSA)

venerdì 20 marzo 2015

Arrestato Stefano Nannerini il M5S lo aveva scoperto nel 2013 grazie a Riccardo Nuti



Sarà che il Movimento 5 stelle "è il solito rompimento di coglioni'', certo è che arriva sugli scandali prima degli altri e, fa, per ciò che il ruolo di opposizione gli consente, tutto ciò che può. Mentre infuria lo scandalo di corruzione del ministero delle Infrastrutture, infatti, un'inchiesta della guardia di finanza porta all'arresto, fra gli altri, del commercialista romano Stefano Nannerini.
Commissario liquidatore della Gestione Fuori Bilancio di Palermo, prendeva i soldi destinati alla città siciliana e ne dirottava una parte verso il suo conto corrente. È stato calcolato circa venti milioni di euro. E anche in questo il M5S è stato "rompicoglioni" perché nel 2013, tramite Riccardo Nuti, ha presentato un emendamento al Milleproroghe e, in seguito, vista la bocciatura in aula, anche un'interrogazione per chiedere sostanzialmente la rimozione proprio di Stefano Nannerini. Sì, quello arrestato ieri.
Tutto sembrava, infatti, tranne che un personaggio trasparente, visto il numero di indagini in cui era già stato coinvolto nelle innumerevoli gestioni commissariali a lui affidate. Al ministro dell'Economia avevamo chiesto anche di pubblicare il rendiconto delle gestione liquidatoria e i libri contabili. Ma niente.
Si continuano a chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati, quando il malloppo è sparito. A volte basterebbe solo ascoltare i cittadini in Parlamento. Ma per il Governo è meglio continuare a tapparsi le orecchie. Ah, l'interrogazione di Nuti su Nannerini è ancora oggi nei cassetti della Camera, ne è stata sollecitata la risposta "solamente" 7 volte. Ora non c'è più bisogno della risposta. 

venerdì 21 marzo 2014

Arrestato il DG di Infrastrutture Lombarde ANTONIO GIULIO ROGNONI



Arrestato il DG di Infrastrutture Lombarde
ANTONIO GIULIO ROGNONI
ROBERTO MARONI lo voleva come commissario EXPO2015

Poche settimane fa fa il suo nome era stato proposto dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, per ricoprire l’incarico di subcommissario per l’Expo2015 nonostante fosse già indagato dalla Procura di Milano per l’appalto sulla cosiddetta ‘Piastra’ la piattaforma su cui sorgeranno i padiglioni per l’Esposizione universale. Poi della nomina non si era saputo più nulla. Intanto l’ex direttore generale di “Infrastrutture Lombarde” e amministratore della partecipata “Costruzioni Autostrade Lombarde”, Antonio Giulio Rognoni è stato arrestato dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano su ordine del gip Andrea Ghinetti. In manette anche anche il capo dell’ufficio gare e appalti della società operativa “Infrastutture lombarde società per azioni” (Ilspa), Pierpaolo Perez.
L’inchiesta ha di fatto decapitato la controllata della Regione Lombardia per la realizzazione di opere come ospedali, scuole ma anche il nuovo Pirellone, incaricata di conferire consulenze e assistenze legali stragiudiziali e assistenza tecnica-amministrativa per lavori legati a Expo con investimenti previsti per 11 miliardi. I reati contestati sono associazione a delinquere, turbativa d’asta, truffa alla Regione e falso: appalti truccati, concessioni di consulenze senza gara, falsificazione di documenti tra il 2008 e il 2012. Almeno due appalti Expo sono stati, secondo gli inquirenti, truccati. 

Per quattro avvocati, un dirigente della società regionale e un ingegnere sono stati disposti agliarresti domiciliari, nella medesima inchiesta coordinata dei pm milanesi Antonio D’Alessio, Paola Pirotta e Alfredo Robledo. Gli altri arrestati sono Leo Carmen, Fabrizio Magrì, Maurizio Malandra, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli, Salvatore Primerano. In totale la Procura ha evidenziato68 capi di imputazione. L’inchiesta è scattata dopo la denuncia di un imprenditore di Pieve Emanuele (Milano) che era stato “escluso” da alcuni appalti. Al centro dell’indagine ci sono affidamenti esterni di incarichi come consulenze legali e controlli sugli appalti che sarebbero stati conferiti in modo illecito. 
Rognoni, si era dimesso dalla carica di dg proprio per l’inchiesta sull’appalto relativo all’Expo 2015ed era in attesa di lasciare la poltrona di Infrastrutture Lombarde. Non è la prima volta che Rognoni finisce sotto inchiesta; anche cinque anni fa era successo. Poi però nel gennaio del 2010 la Procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione per lui e altri, tra cui alcuni responsabili di Impregilo,indagati nell’ambito dell’inchiesta sui lavori per la costruzione della nuova sede della Regione Lombardia. L’archiviazione che era stata firmata dai pm Frank Di Maio e Paola Pirotta e a carico di Rognoni erano stati ipotizzati i reati di turbativa d’asta e concussione.
Su Rognoni, già molto vicino all’ex governatore Roberto Formigoni, Lega e Cl avevano trovato un nome comune su cui puntare per entrare nella partita milionaria dei lavori di Expo. E il presidente della Giunta lombarda Roberto Maroni l’aveva proposto come subcommissario della società per conto del Pirellone. Ma poi non se ne è fatto più nulla perché probabilmente la deflagrazione dell’inchiesta era alle porte. 
Il Movimento 5 Stelle chiede in una nota “il blocco di tutte le opere in via cautelativa in mano a Infrastrutture Lombarde” e sollecita il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, “a venire in Consiglio regionale a relazionare sulla situazione e i suoi sviluppi. In attesa di ulteriori sviluppi – scrivono i consiglieri M5S -, le accuse che hanno portato all’arresto di Rognoni sono l’ennesimo esempio, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come le infrastrutture siano solo l’occasione per speculare e finanziare gli amici. L’arresto non può lasciare indifferente la giunta e il presidente Maroni che fino a poco tempo fa paventava l’ipotesi di nominarlo quale subcommissario a Expo per difendere gli interessi della Regione”.
Anche il Pd lombardo chiede “chiarezza”. Sugli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria, è intervenuto anche il coordinatore del centrosinistra al Consiglio regionale, Umberto Ambrosoli, secondo il quale “il presidente Maroni, per quanto i fatti riguardino più che altro le scorse legislature, non può chiamarsi fuori: occorrono maggiori controlli e un impegno vero a rendere trasparenti i bilanci di questo colosso finanziario a intera partecipazione regionale, attraverso cui transitano miliardi di euro. In questo primo anno post-Formigoni – ha sostenuto Ambrosoli – nulla si è visto in tal senso se non qualche promessa. Evidentemente la ramazza verde andava bene solo in campagna elettorale”. 
Ho appreso con stupore la notizia dell’arresto dell’ingegner Antonio Rognoni, l’ho conosciuto lo scorso anno da presidente della Regione e in questi mesi ne ho apprezzato la competenza in materia di infrastrutture – dichiara Roberto Maroni - Mi auguro che sappia dimostrare la sua estraneità ai fatti nell’interesse della Regione Lombardia e delle società nelle quali ancora ricopriva importanti responsabilità”.
“Sono convinto che tutti i dipendenti coinvolti possano dimostrare la propria estraneità ai fatticontestati e confermo di aver già provveduto a convocare il Consiglio di Gestione per l’assunzione dei provvedimenti a garanzia della continuità aziendale anche con riferimento al contributo di Infrastrutture Lombarde nella realizzazione delle opere connesse all’Expo 2015, che non subiranno quindi alcun ritardo” dichiara in una nota della Regione Paolo Besozzi, presidente di Infrastrutture Lombarde. “Peraltro – sostiene Besozzi – il direttore generale Antonio Rognoni avevarassegnato le dimissioni dall’incarico e da dirigente della società sin dallo scorso mese di gennaio, a seguito dell’audit interno promosso dalla Regione Lombardia, e pertanto stava concludendo il passaggio di consegne”. “I fatti contestati – conclude – riguardano il periodo 2008-2012 quindi precedente al rinnovo degli organi societari, avvenuto nel mese di giugno dello scorso anno. Infrastrutture Lombarde confida in una rapida conclusione del procedimento certa dell’assoluta correttezza della gestione societaria”. 
(Il Fatto Quotidiano)