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venerdì 4 agosto 2017

Regione Marche: La vicepresidente ANNA CASINI apostrofa GENTACCIA 2 terremotate


Cari tutti, dopo il post di Giulio Carcani, il presidente del nostro comitato, in tanti ci chiedono dettagli su cosa è accaduto martedì 1 agosto quando Maria Luisa Fiori ed Eleonora Tiliacos sono andate a seguire una seduta del Consiglio Regionale ad Ancona. Ci hanno scritto anche giornalisti, dandoci riprova che alcune testate seguono la nostra pagina, il che ci fa piacere, perché è un’opportunità in più per dare voce a tutto ciò che riguarda il post sisma. Ve lo raccontiamo
Bene, ecco qui i fatti, in sintesi. Niente di epico, niente di troppo importante. Una situazione strana, di amarezza, soprattutto per Maria Luisa Fiori, che oltre ad essere consigliera del comitato è terremotata al 100% e quando andrà nelle SAE avrà vista sulla sua prima e unica casa distrutta.
Maria Luisa ed Eleonora hanno voluto seguire la seduta perché si parlava della legge 156, quella che dovrebbe portare semplificazione amministrativa nella ricostruzione, dal punto di vista edilizio in senso stretto; la legge è stata approvata, dopo lungo dibattito in cui sono emerse critiche e perplessità da parte dell’opposizione, con proposte di emendamenti (in parte poi bocciati) soprattutto da parte dei consiglieri Sandro Bisonni (Gruppo Misto) e Giuseppe Giorgini (Movimento 5Stelle).



Nel corso del dibattito, Giorgini ha richiamato l’attenzione sul fatto che in sei giorni la legge era stata presentata e ora andava a votazione, senza poter permettere una più accurata valutazione da parte dei gruppi consiliari e una qualche partecipazione pubblica alla decisione. La vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, ribatteva che tutti i comitati di cittadini del cratere erano stati infomati dando parere favorevole al provvedimento. Al che Giorgini ha replicato che tra il pubblico erano presenti rappresentanti di comitati ignari della sostanza della legge in discussione. Anna Casini ha guardato verso il pubblico in alto, con aria interrogativa e dubbiosa; abbiamo allora alzato la mano, per farci individuare. La Casini, rivolta a Eleonora, ha domandato: “Lei è residente?”. Consapevole che il pubblico non ha diritto di parola, e per non intralciare la discussione che nel frattempo stava riprendendo, Eleonora non ha risposto alla domanda.
Dopo la votazione sulla legge 156, l’assemblea si è sciolta per una pausa (era ormai ora di pranzo), prima di riprendere la discussione degli altri punti all’ordine del giorno.

Camminando nei corridoi dirette al bar per prendere un caffè prima di rimettersi in viaggio verso Ascoli, Maria Luisa ed Eleonora hanno visto, a una trentina di metri di distanza, la vicepresidente Anna Casini che dialogava con il consigliere Giorgini. Si sono fermate a distanza, perché già la domanda rivolta in aula dalla vicepresidente faceva presagire polemiche che intendevano evitare. Con sorpresa abbiamo visto la vicepresidente muoversi verso di loro; le ha salutate e poi ha ripetuto la sua domanda ad Eleonora, che ha precisato di non essere residente ma solo originaria di Arquata, e indicando come residente Maria Luisa. 
Maria Luisa, con tono pacato e sorridendo, ha detto testualmente: “Sono nata, cresciuta e pasciuta nel principato di Arquata, quello che voi avete un po’ dimenticato”. La vicepresidente ha detto: “Sì, a lei la conosco. E perché vi avremmo dimenticati?”. Al che Maria Luisa ha risposto: “Non ha visto come stiamo ancora messi, a un anno dal terremoto?”.
A queste parole la Casini ha cambiato tono, interrompendo Maria Luisa. Rivolta a Giorgini, rimasto qualche metro distante, e girando le spalle a Maria Luisa, ha detto ad alta voce: “Questa gente tenetevela voi”.

Mentre Maria Luisa sbalordita ha ribattuto che non c’è alcun bisogno di essere gestiti da nessuno, la vicepresidente rivolgendosi alla sorveglianza ha ordinato: “Allontanate questa gentaccia”. Come se due persone venute ad assistere a una seduta consiliare, come prevede la legge, e in particolare una terremotata di Arquata del Tronto, fossero presenze inquinanti, sgradevoli e sgradite. “Gentaccia”.
Questa è la cronaca dei fatti, tal quale, suffragabile da molte testimonianze. Qua finisce, in fondo non ci si aspettava di essere amati per aver lanciato la petizione sulla ciclabile; ma non ci aspettavamo un tentativo di umiliazione a freddo.
La nostra presenza è stata discreta, civile, come deve essere. Rispettiamo le istituzioni, conosciamo le regole di comportamento. Noi le conosciamo, ve lo assicuriamo.
Nota a margine: la solidarietà di alcuni dipendenti della Regione Marche, che alla chetichella hanno raggiunto le "gentacce" mentre procedevano verso l’uscita. Da loro sorrisi, baci, abbracci, implicite scuse per il trattamento che ci era stato riservato. Grazie…
Il nostro appello a questo punto è: assistete numerosi ai consigli regionali, affinché le alte cariche si abituino alla presenza dei cittadini. Non lasciate tante sedie del pubblico vuote, con l’eccezione dei giornalisti e di qualche militante di partito. 

(Comitati: Con Arquata, per Arquata)